Anna Magdalena Ferraris
Tutti loro mi vogliono morta. Fin da quando ho perso il mio amatissimo marito Guglielmo Ferraris in quell’infernale incidente aereo, i miei amici e la mia famiglia si aspettavano che io lo seguissi sulla pira. Certo, sono troppo educati per dirlo, ma posso leggerlo nei loro occhi quando mi sussurrano le loro gentilezze e si informano sulla mia salute. Mi considerano una creatura patetica, una vecchia donna che ha vissuto più a lungo della sua bellezza e utilità. Una volta regina di Torino, moglie di uno dei più rispettati industriali della città e ospite delle sue feste più raffinate, ora sono solo una figura spettrale tra le montagne scure. Mi dicono quanto sembri giovane anche se mi stanno prendendo le misure per la bara.
Mio figlio Amedeo è il peggiore di tutti, il suo disprezzo è così profondo che non viene nemmeno a farmi visita. Sospetto che a volte non pensi nemmeno di avere una madre, di essere saltato fuori dalla terra perfettamente formato come qualche dio greco. Amedeo crede che la grandezza della nostra azienda sia tutto merito suo, per lui è come se il mio meraviglioso marito non fosse mai esistito, come se i miei geni non fossero impressi nella trama di ogni decisione che prende, di ogni vittoria che assapora.
Solo la mia adorata nipote Bianca mi vede come se fossi ancora nel pieno delle mie forze, una persona degna d’amore e rispetto. Ha capito da sola che sono ancora in possesso di uno spirito capace di provare forti passioni e gioie, profonda sofferenza e speranza. E ora è morta, uccisa dall’arroganza di mio figlio. Sono sicura che pensano che questo sia il colpo di grazia che mi manderà finalmente al cimitero, ma si sbagliano: tornerò. Per quasi vent’anni ho vissuto la vita della vedova benestante, soppesando i giorni nella mia villa, fredda e spoglia, in cima alla montagna: dimenticata, compatita, sottovalutata. Ma ora, la morte della mia adorata Bianca mi ha dato l’opportunità e la volontà di tornare dal mio esilio e riprendere il controllo della famiglia che mi è stata così crudelmente rubata.
Questa volta, non me la lascerò sfuggire di mano.