Paolo Crea
Ci sono molti modi di definire il lavoro che faccio. Ufficialmente sono l’Assistente Esecutivo di Amedeo Ferraris, Presidente della AER Aeronautics. Ma ci sono anche altri modi, meno lusinghieri. Come i nomi sibilati alle mie spalle. Non pensiate che non li abbia sentiti: il braccio destro, il galoppino, il lecca culo. Non mi danno così fastidio come vi aspettate… Ho sempre saputo quanto valessi. Ho sempre saputo che le persone che ora mi prendo un giro un giorno mi baceranno il culo.
Quando la gente scopre quello che faccio, mi chiede sempre la stessa cosa: com’è veramente Amedeo, l’uomo dietro l’immagine sfavillante? Non rispondo mai. Certo, faccio credere di essere molto discreto, che il mio silenzio protegge una grande ricchezza di informazioni. La verità, tuttavia, è che non ho idea di come sia davvero Amedeo Ferraris. Anche se ho passato più tempo con lui negli ultimi cinque anni che qualsiasi altro essere umano – inclusa sua moglie – non ho idea di quel che si agita nella sua anima. E nemmeno se ne abbia una.
Finora non gli ho mai dato importanza. Non avevo bisogno di un padre, o di un mentore, o di un amico. Tutto quello che mi serviva da lui era un mezzo per soddisfare la mia grande ambizione. Ma ora Bianca è morta e tutto viene rimesso in dubbio. La figlia del capo, il mio amore segreto, se n’è andata, e con lei la mia certezza. Per la prima volta da quando ho iniziato a lavorare per Amedeo, comincio a chiedermi se la mia lealtà e il mio duro lavoro mi ripagheranno. Quei nomi crudeli iniziano a sibilare nella mia mente. E mi chiedo se il mio capo mi consideri solo come un galoppino.
So per certo una cosa. Se mi riterrà sacrificabile, sarà l’unico vero errore che avrò visto commettere a quell’uomo.