Darko
No, questo non è il mio vero nome. E non infastiditemi chiedendomi quale potrebbe essere. Lo sto tenendo segreto, per ora. Ma niente paura. Un giorno lo saprete. Tutti lo sapranno. Sarà associato a un atto di cui si parlerà ancora sommessamente tra cento anni.
Per ora, tuttavia, rimango semplicemente Darko, un nome tanto insignificante quanto la mia immagine. Mi avrete probabilmente visto in giro per la città, ma dubito vi ricordiate il posto esatto. Sono il tipo di persona che passa facilmente inosservata, il tipo di persona che tutti sottovalutano: un po’ troppo grasso, un po’ troppo sciatto, un po’ troppo vigile e con un sorriso un po’ troppo vuoto. Se camminiamo nella direzione opposta lungo la strada, sono il primo a spostarsi. Non vado in cerca di problemi. Non voglio essere notato.
È esattamente quello che voglio.
Posso spiegarmi. Posso ottenere la vostra simpatia descrivendo la mia vera natura, mostrarvi lo straordinario essere umano che sta dietro a questa maschera amorfa. Chissà, potrei anche commuovervi raccontandovi la storia di un ragazzino dal cuore spezzato e della sua famiglia in rovina, di come i poveri sono sfruttati dai ricchi e dai potenti. Potrei Potrei parlare di giustizia e di vendetta in termini che farebbero innalzare il vostro spirito. Potrei dirvi perché Bianca Ferraris ha pronunciato il mio nome nelle ore che hanno preceduto la sua morte sensazionale.
Ma per adesso, penso che continuerò a fare quello che ho sempre fatto. Isolato. Distogliendo l’attenzione. Soppesando il tempo.
Finché non sarò pronto a fare sapere a tutti qual è il mio vero nome.